Assumere antidepressivi in gravidanza può aumentare il rischio di disturbi del linguaggio nel bambino. È quanto emerge da una ricerca condotta da Alan Brown della Columbia University College of Physicians and Surgeons a New York e pubblicata sulla rivista JAMA Psychiatry. Gli studiosi hanno utilizzato i dati del registro finlandese sulle nascite per il periodo 1996-2010 considerando un campione complessivo di 56.340 bimbi (circa 51% maschi).
I bambini sono stati quindi divisi in tre gruppi: 15.596 erano stati esposti a antidepressivi durante la vita prenatale in quanto le rispettive madri avevano una diagnosi di disturbi depressivi e avevano acquistato antidepressivi in gravidanza; 9.537 nel gruppo dei bambini ‘non-medicati’, ovvero non esposti a antidepressivi perché le rispettive madri – pur avendo una diagnosi in depressione – non avevano acquistato antidepressivi in gravidanza; 31.207 bimbi “non-esposti”, in quanto le rispettive madri non soffrivano di disturbi psichiatrici.
Gli esperti hanno quindi osservato le diagnosi di disturbi del linguaggio (età media del bambino alla diagnosi 4,4 anni); le diagnosi di disturbi scolastici (età media 3,5 anni); diagnosi di disturbi motori (età media della diagnosi 7,7 anni). È emerso che i bambini esposti a antidepressivi nel corso della vita prenatale (le madri avevano acquistato almeno due confezioni di questi farmaci in gravidanza) presentano un rischio di disturbi del linguaggio del 37% maggiore rispetto ai bimbi non medicati (le cui mamme erano depresse ma non hanno preso farmaci in gravidanza) e del 63% maggiore rispetto ai bimbi non esposti ai farmaci (mamme non depresse).
“Abbiamo trovato – concludono gli autori – un aumento significativo del rischio di disturbi del linguaggio tra i figli di madri che avevano acquistato almeno due confezioni di antidepressivi durante la gravidanza rispetto ai figli di madri depresse ma non trattate con antidepressivi in gestazione”.
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