Il fenomeno dell’antibiotico resistenza in Italia è allarmante: il nostro Paese ha la maglia nera per lo sviluppo di resistenze, è fra i primi consumatori di antibiotici in UE e secondo un recente audit dell’ECDC (European Centre for Desease Control) “se il fenomeno dell’AMR non sarà limitato, nel breve futuro alcuni interventi chirurgici chiave saranno compromessi”. Eppure il ministero della Salute ha redatto una bozza di piano con obiettivi troppo blandi in ambito veterinario che non affrontano il problema con l’incisività necessaria considerata la gravità della situazione italiana.
“La bozza del Piano contro l’antibiotico resistenza del ministero della Salute manca totalmente gli obiettivi sulla riduzione del consumo di antibiotici in zootecnia; l’Italia ha bisogno di target più ambiziosi per tutelare la salute dei cittadini”. È quanto sostengono Legambiente, CIWF Italia, AIAB, Altroconsumo, ARCI, CGIL, Cittadinanzattiva, Comuni Virtuosi, FederBio, Federazione Italiana Media Ambientali, Fondazione Culturale Responsabilità Etica, Fondazione Sviluppo Sostenibile, Fondazione Univerde, Greenpeace Italia, LIPU, Marevivo, Movimento Difesa del Cittadino, Slow Food Italia, Unione degli Studenti, WWF Italia.
Le associazioni chiedono inoltre che siano monitorate le resistenze nei conigli, considerato l’ampissimo uso di antibiotici in questa filiera, e che l’MRSA sia aggiunto ai patogeni da monitorare.
La bozza di piano attualmente non fa nessun riferimento all’uso preventivo e routinario. Secondo le associazioni, per essere efficace, il piano deve assolutamente prevedere il divieto dell’uso routinario degli antibiotici, soprattutto nel caso di trattamenti di gruppi in cui nessun animale è malato.
Il piano deve prevedere che sia assolutamente vietato qualsivoglia uso preventivo di antibiotici di importanza critica. Gli antibiotici di importanza critica dovrebbero essere utilizzati solo su singoli animali in cui sia stata testata l’inefficacia di altri antibiotici.
Le associazioni si augurano che considerata l’enorme importanza di tale Piano per la salute e il benessere delle attuali e future generazioni, le osservazioni e i suggerimenti proposti possano trovare il convinto supporto di tutte le Regioni e le Provincie autonome affinché il testo finale adottato consenta, in tempi brevi, di superare ritardi e modelli di gestione che hanno portato l’Italia a essere tra i Paesi europei più esposti a questa gravissima minaccia.
“La realtà epidemiologica impone di ridurre l’uso inappropriato di antibiotici, sia nelle persone che negli animali, il miglioramento della diagnostica microbiologica e le prescrizioni inutili o fai da te”, è quanto rileva Francesco Menichetti, presidente di Gisa, Gruppo italiano per la stewardship antimicrobica che ha stilato il primo decalogo per il corretto uso degli antibiotici.
Il documento elenca gli atti necessari per arrivare ad un utilizzo consapevole del farmaco, dalla prevenzione delle infezioni con campagne di vaccinazione e profilassi antibiotica nella chirurgia, al contenimento della resistenza antimicrobica con il controllo delle infezioni e dell’uso degli antibiotici negli animali, dalla diagnosi rapida delle infezioni batteriche e della resistenza antimicrobica, ad un utilizzo appropriato grazie a strategie di gestione degli antibiotici, al laboratorio farmacologico per l’ottimizzazione degli antibiotici e, soprattutto, a campagne di sensibilizzazione sulla gestione antimicrobica.
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