Le azioni sinora messe in campo per affrontare il fenomeno dell’antibiotico resistenza non sono sufficienti e presto potremmo trovarci ad affrontare un’emergenza sanitaria mondiale. È quanto emerge da una relazione dell’Oms che mostra una grave mancanza di nuovi antibiotici in fase di sviluppo per combattere la crescente minaccia della resistenza antimicrobica. La maggior parte dei farmaci attualmente in sperimentazione clinica sono modifiche delle classi esistenti di antibiotici e sono solo soluzioni a breve termine.
Il rapporto ha trovato ben pochi potenziali opzioni di trattamento per quelle infezioni antibiotico-resistenti individuate dall’Organizzazione mondiale della Sanità come la più grande minaccia per la salute, inclusa la tubercolosi resistente ai farmaci che uccide circa 250.000 persone ogni anno.
Oltre alla tubercolosi resistente, l’Oms ha individuato 12 classi di patogeni prioritari, alcuni dei quali causano infezioni comuni come la polmonite o le infezioni delle vie urinarie, sempre più resistenti agli antibiotici esistenti e che necessitano con urgenza di nuovi trattamenti.
Da maggio a oggi sono stati sviluppati 51 antibiotici. Tuttavia solo 8 di questi sono realmente nuovi. Gli altri sono invece varianti di prodotti già utilizzati, e si prevede che la loro efficacia sarà di breve durata perché i batteri svilupperanno presto forme di difesa efficienti.
“La resistenza antimicrobica è un’emergenza sanitaria globale che seriamente pregiudicherà i progressi della medicina moderna”, spiega Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms. “C’è urgente bisogno di maggiori investimenti in ricerca e sviluppo per le infezioni resistenti agli antibiotici, inclusa la tubercolosi, altrimenti saremo costretti a ritornare a un momento in cui le persone temevano infezioni comuni e rischiavano la vita anche per interventi di chirurgia minore”.
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