Il consumo di antibiotici, anche nei casi in cui non è necessario, comporta l’aumento del verificarsi di reazioni avverse al farmaco. A confermarlo sono Agenzia italiana del farmaco (Aifa) e l’Istituto superiore di sanità (Iss) che, insieme al Ministero della Salute, hanno avviato una campagna per l’uso responsabile degli antibiotici.
Nel 2009 il numero totale di reazioni avverse agli antibiotici è stato pari a 1643, contro le 1303 del 2008. Nel 2009 il numero maggiore di segnalazioni si è avuto per le penicilline (637) e gli antibatterici chinolonici (317). Nel 2008 invece il numero totale di adr da antibiotici è stato di 1303 e ha costituito l’11,2% delle reazioni avverse presenti nella Rete Nazionale di Farmacovigilanza dell’Aifa.
Le maggiori segnalazioni le hanno raccolte, anche in questo caso, le penicilline (506), seguite da macrolidi e lincosamidi (142), cefalosporine (225) e chinoloni (291). Tra il 2002 e il 2009 sono state segnalate complessivamente 8833 sospette reazioni avverse. Sul podio degli antibiotici più segnalati c’è al primo posto l’amoxicillina + acido clavulanico con 1423 reazioni, tra cui 501 gravi e 8 decessi, seguita al secondo posto dalla levofloxacina, con 859 reazioni, di cui 289 gravi e 5 decessi, e al terzo posto dal ceftriaxone con 626 reazioni, tra cui 352 gravi e 22 decessi.
Poco più della metà del totale delle reazioni gravi ha interessato persone tra i 18 e 64 anni (50,8%), seguite dal 39,1% dagli over 65. Nel complesso la popolazione più giovane (0-17 anni) ha registrato 279 segnalazioni di sospette reazioni gravi, pari al 10,5% del totale delle segnalazioni gravi, e la più alta concentrazione, pari al 5,3%, c’è stata tra i 2 e gli 11 anni.
La campagna di comunicazione dell’Aifa “Antibiotici. Difendi la tua difesa. Usali con cautela”, giunta alla sua terza edizione, ha l’obiettivo di informare i cittadini dell’importanza di ricorrere agli antibiotici solo quando necessario e dietro prescrizione del medico che ne accerti l’effettiva utilità, di non interrompere mai la terapia prima dei tempi indicati dal medico (o, comunque, solo dietro suo consiglio) e di non assumere antibiotici per curare infezioni virali.
Secondo quanto riferisce l’Aifa, gran parte del ricorso agli antibiotici, circa l’80-90%, avviene nell’ambito della medicina generale e tra le prime cause di prescrizione vi sono le malattie delle prime vie aeree causate frequentemente da virus su cui gli antibiotici non hanno alcuna efficacia.
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