Ansia e depressione colpiscono 6 milioni di italiani

Lo stress da lavoro colpisce 6 milioni di italiani, un lavoratore su cinque, ed è uno dei disturbi mentali più frequenti legati all’occupazione.

I disturbi psichici rappresentano il 26% di tutte le disabilità e hanno un impatto pesante sulla quantità di vita e sulla sua qualità, con gravi ripercussioni sul piano personale, affettivo-familiare, socio-relazionale e lavorativo.

Oltre 300 milioni di persone in tutto il mondo soffrono di depressione, la principale causa di disabilità, e più di 260 milioni vivono con disturbi d’ansia.

Tuttavia sono ancora poche le azioni di tutela contro i fattori di stress all’interno delle aziende.

Le donne sono particolarmente colpite, anche a causa delle forti pressioni provenienti da più parti: dal cosiddetto “soffitto di cristallo” che preclude loro l’accesso alle posizioni apicali, alla disuguaglianza salariale che assegna loro stipendi sistematicamente più bassi di quelli dei colleghi maschi, a parità di ruolo e competenze, fino ad un maggior rischio di disoccupazione e di precariato. Le donne vanno incontro ad azioni discriminatorie, violenza, molestie, mobbing e bullismo.  

Inoltre, si devono occupare della casa e delle cure delle persone care, attività che continuano a non essere equamente condivise con gli uomini di casa. Tutto questo ha delle ripercussioni sullo stato di salute, fisica e mentale.

Secondo l’Oms, i fattori di rischio principali per la salute mentale legati al lavoro sono l’inadeguatezza delle politiche di salute e di sicurezza, ma anche delle pratiche di comunicazione e di gestione; una limitata partecipazione ai processi decisionali e uno scarso controllo sulla propria attività e situazione; inesistenti misure di sostegno per i dipendenti; scarsa flessibilità nell’orario di lavoro e scarsa chiarezza nei compiti e negli obiettivi organizzativi.

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