Quando la dieta uccide: Anna Wood, morta a 16 anni per anoressia

Si chiamava Anna Wood ed aveva solo 16 anni la ragazza inglese recentemente deceduta per anoressia . L’inizio della fine risale a poco meno di due anni fa quando Anna, insieme alla madre, ha iniziato quella dieta che l’ha condotta alla morte.
Voleva perdere i pochi chili messi su con i pranzi di Natale, ha finito per perdere la sua stessa esistenza.

“Anna non è mai stata grassa – afferma la madre Christine Gibson  – Aveva solo un po’ di pancetta, ma era normale alla sua età. Dopo cinque o sei settimane io ho interrotto la dieta, ma lei ha continuato a mangiare pochissimo, meno di quanto pensassimo. A volte nascondeva il cibo per poi buttarlo via, lontana dai miei occhi. Nel giro di un paio di mesi è diventata magrissima”.
Con queste parole Christine Gibson racconta la graduale ed inesorabile scomparsa della sua giovanissima figlia, divorata da un male che non è stato arrestato in tempo: “è accaduto tutto così in fretta, da quando abbiamo capito che era malata di anoressia al momento in cui è morta.  Non abbiamo avuto il tempo di imparare come aiutarla”.

Era troppo tardi, per Anna, così come per molte altre giovani ragazze, accomunate dallo stesso tragico destino.
Dall’Inghilterra all’Italia, la drammatica vicenda  raccontata dalla madre di Anna Wood si riflette nell’allarmante situazione descritta da Maria Gabriella Gentile, direttore del Centro per i disturbi del comportamento alimentare dell’ospedale Niguarda di Milano, circa il tardivo ricorso alle cure da parte delle pazienti affette da anoressia o bulimia.

“Accecate dal disagio psicologico, loro dicono di star bene fino all’ultimo, sfuggono alle cure. Dovrebbero essere i genitori a imporsi, a farsi venire il dubbio e a chiedere aiuto al medico di famiglia. Spesso però i camici bianchi e gli psicoterapeuti che entrano in contatto con queste ragazze non hanno la consapevolezza della necessità di intervenire al più presto con le terapie. Anche perché il 5% di queste ragazze può morire”.
Una paziente su tre, infatti, si presenta al centro specializzato in condizioni gravissime. Una su quattro ha aspettato che la malattia progredisse almeno 3 anni prima di decidere di farsi curare.

Questi i dati che emergono dalla casistica della struttura milanese, un centro di riferimento nazionale, e che si riferiscono a più di 500 pazienti ricoverati.
Anoressia e bulimia colpiscono oggi il 10% delle adolescenti tra i 12 e i 25 anni: verso i 20-22 la bulimia, tra i 15 e i 16 anni è soprattutto anoressia.
Se accade prima, verso i 12 anni, ci sono conseguenze anche nella crescita, come testimonia il caso di due gemelle riportato dalla professoressa Gentile.

“Una delle due aveva problemi di peso ed era in cura nel nostro centro. A distanza di anni le abbiamo riviste. La sorella sana era cresciuta 20 centimetri più alta della gemella con un passato da anoressica. È lo stesso principio per cui i bambini della Corea del Nord, che spesso patiscono la fame, sono più bassi di quelli che abitano nella più benestante Corea del Sud. Nonostante appartengano alla stessa etnia”.

Così, in occasione delle ’20/e Giornate di Nutrizione Clinica 2010′ promosse dall’Ospedale milanese di Niguarda, Maria Gabriella Gentile lancia un appello ai medici di base e alle famiglie, affinché prestino maggiore attenzione ai disturbi del comportamento alimentare degli adolescenti.
“Per trattare disturbi dell’ alimentazione è necessario utilizzare terapie mediche e psicologiche integrate. E la guarigione è tanto più rapida quanto più diagnosi e cure sono precoci”.

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