Alluce valgo? Danni non solo ai piedi

L’alluce valgo può danneggiare anche il benessere psico-fisico di un individuo e, pertanto, non va preso alla leggera. A sostenerlo è una ricerca condotta dagli studiosi de La Trobe University di Melbourne (Australia) e della Keele University di Staffordshire (Gran Bretagna).

Pubblicata su Arthritis Care & Research, la ricerca condotta su 2.831 soggetti affetti da alluce valgo, di età superiore ai 55 anni, ha dimostrato che la patologia peggiora con il passare del tempo e che i pazienti colpiti dalle forme più gravi manifestano un generale deperimento fisico: provano un dolore più elevato, presentano funzionalità fisiche ridotte, appaiono più deboli e maggiormente provati dal punto di vista psicologico.

Come ha spiegato Hylton Menz, ricercatore de La Trobe University che ha partecipato alla ricerca, “lo studio dimostra che l’alluce valgo è una condizione muscolo-scheletrico invalidante che investe la qualità complessiva della vita”.

L’alluce valgo rappresenta una delle patologie più diffuse a carico del piede. È caratterizzato da una deformità del primo dito (l’alluce, appunto) che comporta una deviazione laterale della falange. Tale deformità è accompagnata da una tumefazione dolente della parte interna del piede, la cosiddetta “cipolla”, ovvero una forma di borsite, cioè di infiammazione da sfregamento con la calzatura.

A soffrire maggiormente di alluce valgo sono le donne (dieci volte più degli uomini), in genere di età matura o senile, e soprattutto se vi sono casi di ereditarietà.

La causa dell’alluce valgo può essere primaria o congenita (con la tendenza a svilupparsi nell’età dell’accrescimento) oppure secondaria o acquisita. In quest’ultimo caso, una notevole responsabilità può essere attribuita a modelli di calzatura inadeguati alla fisiologia del piede, ad esempio scarpe con tacco alto o strette in punta che costringono il piede ad una posizione innaturale.

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