In Italia ogni cittadino perde in media 9 mesi di vita per esposizione al particolato. Ad affermarlo è Marco Martuzzi, responsabile impatto ambientale sulla salute del Centro Europeo Ambiente e Salute OMS.
“Morti premature e malattie croniche ed acute seguitano a colpire individui e famiglie; la diminuzione dell’attesa di vita e della capacità produttiva pesa sulla nostra società; ed infine il costo di migliaia di ricoveri ospedalieri indebolisce il nostro sistema sanitario”.
I dati si riferiscono in particolare alla mortalità per effetti a lungo termine attribuibile alle concentrazioni di PM10 superiori ai 20 mg/m3, limite raccomandato dalle linee guida sulla qualità dell’aria dell’OMS. Le principali cause di morte dovute all’esposizione al particolato sono patologie cardiocircolatorie e respiratorie e cancro al polmone, che colpiscono in particolare le persone che ne sono già sofferenti e gli anziani.
L’impatto è importante anche sul fronte delle malattie, con bronchiti, asma, sintomi respiratori in bambini e adulti, ricoveri ospedalieri per malattie cardiache e respiratorie e perdita di giornate lavorative e di scuola.
Come riscontrato dal Centro Europeo Ambiente e Salute OMS, nelle maggiori città italiane la situazione relativa alle emissioni di polveri sottili è critica.
Secondo dati recenti, nel 2010, 48 capoluoghi di provincia hanno infatto superato il limite giornaliero di 50 microgrammi per metro cubo (mg/m3) di polveri sottili oltre i 35 giorni consentiti dalla legge. Una situazione confermata dall’Agenzia Europea per l’Ambiente: 17 città italiane sono tra le prime 30 città europee più inquinate, con Torino, Brescia e Milano ai primi posti della classifica. Nella capitale la concentrazione media annua di polveri sottili rilevata da centraline di fondo urbano situate nei parchi, corrisponde a oltre 30 mg/m3 ed è superiore alla media europea.
“Il PM emesso dal trasporto su strada – spiega Marco Martuzzi – rappresenta la principale fonte di emissione di particolato nelle aree metropolitane italiane ed il suo impatto continua a rappresentare un problema di sanità pubblica considerevole”.
Secondo l’OMS è dunque “necessaria e urgente” un’azione politica che affronti il problema del trasporto in maniera sistematica e strutturale.
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