Mammella, colon, esofago, fegato, testa-collo. Il consumo di alcol si associa ad un aumentato rischio di vari tipi di cancro. Il rischio aumenta con la durata e con la quantità del consumo ma per le donne basta superare la soglia di un drink al giorno per rischiare un tumore della mammella. Un rischio che persiste per circa 20 anni, una volta dismessa l’abitudine del bere. A lanciare l’allarme è l’ASCO (American Society of Clinical Oncology) che ha condotto una ricerca che ha coinvolto con interviste telefoniche oltre 4 mila americani, un campione rappresentativo della popolazione stelle e strisce.
Negli Usa un americano su 3 sviluppa ad un certo punto della vita un disturbo da abuso di alcol e il 70% della gente non riconosce nell’alcol un fattore di rischio per tumore, come emerge dalla National Cancer Opinion Survey commissionata dall’Asco alla Harris poll all’inizio dell’anno e pubblicata il 24 ottobre.
Nel suo position paper, pubblicato su Journal of Clinical Oncology, l’ASCO riconosce che un consumo anche solo moderato di alcol può causare il cancro. “Limitare l’assunzione di alcol significa prevenire i tumori. La buona notizia è che, così come la gente si mette le creme solari per proteggersi dal rischio di tumori della pelle, allo stesso modo, limitare l’assunzione di alcol è un qualcosa che la gente può fare per ridurre il rischio di sviluppare un tumore”, afferma Noelle K. LoConte, primo autore del documento e oncologa presso il Carbone Cancer Center dell’Università del Wisconsin.
L’eccessivo consumo di bevande alcoliche non solo aumenta il rischio di tumore ma ne ritarda anche la diagnosi e impatta in maniera negativa sull’esito del trattamento. Varie società scientifiche americane da tempo invitano i maschi a non superare due drink (1 drink corrisponde a 14 grammi di alcol) al giorno e le donne 1 drink al giorno; ma ancora meglio sarebbe non cominciare proprio a bere.
Una volta ingerito, l’alcol subisce una trasformazione enzimatica (mediata dall’alcol deidrogenasi) che lo trasforma in acetaldeide, un noto cancerogeno; i forti bevitori rischiano soprattutto di sviluppare tumori del distretto testa-collo e dell’esofago.
“Un’eccezione rimarchevole – continua la LoConte – è il tumore della mammella; il rischio di questo tumore aumenta anche con un solo drink al giorno”. Pertanto le donne sono particolarmente vulnerabili, così come gli orientali portatori di una variante del gene dell’alcol deidrogenasi che li pone a maggior rischio. L’alcol può anche influenzare il livello degli ormoni sessuali, sia nel maschio che nella femmina e si ritiene che questo sia il meccanismo patogenetico alla base del cancro della mammella. Inoltre presenta bassi livelli di folati, altro noto fattore di rischio per il cancro del colon.
Oltre a registrare il problema, l’ASCO fornisce una serie di raccomandazioni circa l’implementazione di policy basate su evidenze che potrebbero aiutare a ridurre il consumo di alcol.
Tra le proposte dell’ASCO:
– ridurre il numero di negozi con licenza di vendere bevande alcoliche e di limitare i giorni e le ore di vendita al pubblico;
– aumentare le tasse e il prezzo degli alcolici;
– inasprire le leggi contro chi vende alcol ai minori;
– limitare l’esposizione dei giovani alle pubblicità di bevande alcoliche;
– includere misure di controllo del consumo di bevande alcoliche all’interno delle strategie oncologiche complessive;
– supportare tutti gli sforzi per eliminare il ‘pinkwashing’ (cioè gli atteggiamenti di marketing ammiccanti nei confronti delle donne) dal marketing delle bevande alcoliche (ad esempio lo sfruttamento del colore rosa, o l’uso dei fiocchi rosa, quello del mese della consapevolezza del cancro della mammella, per sottolineare l’impegno dei produttori di bevande alcoliche nel sostenere la ricerca sul cancro della mammella).
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