Bevande antisbornia? Gli esperti non se la bevono

I carabinieri dei Nas hanno sequestrato pochi giorni fa ventimila confezioni delle cosiddette ‘bevande antisbornia’ (importate da Francia e Svizzera) in quanto ritenute “non conformi”, in base alle regole degli integratori alimentari.

A lanciare l’allarme circa la pericolosità di tali prodotti, venduti via internet e nelle discoteche, è Altroconsumo. L’associazione dei consumatori sottolinea infatti che non c’è niente di vero in quanto  scritto sulle confezioni di tali bibite (in genere composte da acqua, fruttosio, acidificanti, antiossidanti e vari estratti di erbe e piante come melissa, liquirizia, carciofo)  presentate come in grado di far passare velocemente la sbornia.

“Non esistono bevande che possano vantare un effetto anti sbornia, perché non ci sono sostanze in grado di accelerare il fenomeno di smaltimento dell’alcol nel sangue”, sostengono gli esperti. Già nel luglio 2010 l’agenzia francese per gli alimenti, la salute e la sicurezza sul lavoro ha emesso il suo parere definendo i claim in questione scientificamente infondati e quindi inaccettabili.

Sulle pagine dei social network vengono esaltati i ‘miracolosi effetti’ di alcune di queste bevande.
Rebootizer, ad esempio, “stimola l’organismo, aiutandolo ad eliminare gli eccessi di alimenti e di alcolici. È anche un cocktail contro i postumi della sbornia, compagno dopo le vostre scorribande notturne, dopo le serate di festa, dopo una qualsiasi serata dove avete assunto dell’alcol…”. Simili qualità vengono attribuite anche ad Equì che avrebbe il potere di “eliminare l’alcol e gli eccessi alimentari”. Outox, poi, è pubblicizzato come “un riduttore accelerato dell’alcol, agisce nel nostro organismo aiutandolo ad eliminare più rapidamente l’alcol, contribuendo a ridurre rapidamente i malesseri tipici dell’ubriachezza, il senso di nausea, il giramento di testa e poi, a qualche ora di distanza, la cefalea, il senso di stanchezza e svogliatezza”.

Nel 2005 l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, avvalendosi dei pareri dell’Istituto Superiore di Sanità e dell’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione, aveva sanzionato l’azienda produttrice giudicando ingannevoli proprio i messaggi relativi alla capacità vantata di smaltire l’alcol. Anche l’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare sta ora valutando la veridicità di queste affermazioni.

Il rischio principale che comporta la vendita di tali prodotti, avverte Altroconsumo, è quello che le bevande antisbornia, creando un falso senso di sicurezza, possano indurre ad consumo di alcol incontrollato, soprattutto prima di guidare.

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