Dai social network allo shopping, dal gioco ai siti porno. Cinque adolescenti italiani su cento hanno una dipendenza dai siti internet. Nel mondo, il problema riguarda il 2 per cento della popolazione, con percentuali triple negli adolescenti, secondo lo studio pubblicato dalla rivista ‘Neuropsychiatry’.
Se in Norvegia solo l’1 per cento dei giovani è coinvolto dalla dipendenza dal web, negli Stati Uniti arriviamo all’8 per cento (giovani tra i 18 e i 22 anni). In Italia, secondo uno studio di Roberto Poli, responsabile del servizio psichiatrico diagnosi e cura dell’Azienda socio sanitaria territoriale di Cremona, il 5 per cento degli studenti italiani è dipendente da internet, lo 0,79 per cento in modo grave. Uno studio che si rifà a dati del 2012.
“Gli adolescenti – spiega Poli – sono biologicamente e psicologicamente più vulnerabili alle dipendenze. Il virtuale può essere una fuga e pone una serie di problemi come influenze negative sul rendimento lavorativo o scolastico, tendenza all’isolamento dal mondo reale e preferenza del mondo virtuale e difficoltà a gestire e limitare il tempo online. Si rischia da un lato che non ci sia un adeguato sviluppo della maturazione psicosessuale e dall’altro anche di funzionamento sessuale come conseguenza dell’uso eccessivo della sessualità online”.
“Il dipendente virtuale – continua Poli – è spesso una persona timida, schiva, che rifugge dalla sessualità agita, perché il virtuale consente una presenza-assenza dell’altro” continua Poli.
Giovane, maschio, un uso di internet in età precoce, la disponibilità di tanto tempo libero; gli uomini sono colpiti in misura doppia rispetto alle donne: questo il profilo del dipendente da internet.
Si parla di dipendenza quando connessione dura più di 6 ore al giorno o 40 ore alla settimana.
“Dal punto di vista neurobiologico nel cervello si attivano gli stessi circuiti cerebrali e gli stessi neurotrasmettitori implicati nella dipendenza da sostanze spiega Poli – Si attivano i cosiddetti circuiti di reward, cioè di gratificazione e rinforzo, con scarica di dopamina che è il neurotrasmettitore chimico del piacere”.
Per questo si hanno vere e proprie crisi di astinenza quando non si può accedere ad internet: “I sintomi sono gli stessi delle dipendenze classiche da sostanze ossia irritabilità, nel caso di impossibilità di accedere a internet e tolleranza, necessità di aumentare il tempo di permanenza in Internet e difficoltà a tornare offline”.
“La dipendenza come tale – conclude Poli – va curata con percorsi psicoterapici e con presa in carico da parte dei Servizi Dipendenze territoriali che negli ultimi anni si sino attrezzati a curare non solo le dipendenze da sostanze, ma anche appunto le cosiddette dipendenze comportamentali“.
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