Acqua, quanto devono bere i bambini?

Il prossimo 22 marzo si celebra la Giornata Mondiale dell’Acqua, ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite nel 1992 per richiamare l’opinione pubblica sull’importanza dell’acqua corrente e promuovere una gestione sostenibile delle risorse idriche. In occasione della Giornata, la Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale fornisce utili consigli ai genitori per una corretta idratazione.

Come sottolinea Giuseppe Di Mauro, Presidente Sipps, “l’acqua è un elemento essenziale per via delle numerose funzioni che svolge nell’organismo: regola la temperatura corporea, elimina le tossine, aiuta il corpo ad assorbire i nutrienti, trasforma il cibo in energia, trasporta l’ossigeno e i nutrienti alle cellule. Una corretta idratazione garantisce anche un adeguato apporto di sali minerali, disciolti nell’acqua di fonte. Per tutti questi motivi, una corretta alimentazione prevede l’assunzione di acqua tutti i giorni, a qualunque età”.

Per crescere bene, insomma, ogni bambino ha bisogno di alimentarsi in modo equilibrato e di bere in modo adeguato. Ma quanta acqua deve assumere?

“La quantità di acqua assunta spiega Leo Venturelli, Responsabile comunicazione SIPPS – dipende dall’età del bambino, dalla dieta giornaliera ma anche da fattori esterni come malattie (con la febbre è necessario bere di più, perché il corpo aumenta la traspirazione), l’attività fisica, la temperatura ambientale (ambienti caldi fanno traspirare di più e questo implica la necessità di una maggiore idratazione)”.

Ad ogni modo è possibile tracciare uno schema orientativo dei liquidi complessivi di cui un bambino ha bisogno a seconda della età, come acqua da bere, oltre a quella contenuta negli alimenti:

– Dai 4 ai 10 anni: 1100 ml (un litro e 100 ml)

– Adolescenti: 1500-2000 ml (un litro e mezzo/due)

“Ci sono meccanismi che regolano la sete – spiega Andrea Vania, Dirigente di I livello e Responsabile del Centro di Dietologia e Nutrizione Pediatrica del Dipartimento di Pediatria di Sapienza Università di Roma -: il nostro organismo possiede un sistema di autocontrollo della sete che ha la sua centralina nell’ipotalamo, una ghiandola del cervello. Il bambino piccolo però, come la persona anziana, non ha un efficace sistema di autoregolazione, e per questo è importante offrirgli da bere spesso, anche se non lo chiede spontaneamente”.

La Sipps elenca una serie di segnali che aiutano un genitore a capire che il bambino ha necessità di bere:

– Mal di testa, nausea, crampi muscolari e sensazione di freddo indicano una carenza di acqua

– Quantità e qualità delle urine: urine concentrate e giallo scuro significano disidratazione

“Queste situazioni – conclude il Presidente Di Mauro – si verificano maggiormente in coincidenza con caldo eccessivo nell’ambiente o durante l’estate, in occasione di un esercizio fisico di un certo impegno e per stati febbrili. Per questo i genitori devono attuare una serie di accorgimenti per invogliare il bambino a bere: dall’uso di bicchieri colorati alla trasformazione del bere in un gioco fino ad insegnare al bambino a servirsi da bere per conto proprio. E per tutti, genitori stessi ed insegnanti, l’impegno di dare il buon esempio bevendo spesso durante la giornata o portando con sé una bottiglia di acqua ogni volta che si esce!”.

Bisogna fare particolare attenzione quando il bambino svolge un’attività fisica, che comporta la perdita di molti liquidi: in questo caso è necessario incentivarlo a bere prima, durante e dopo. Non sono necessari sali minerali e drink zuccherati: la semplice acqua, a temperatura ambiente, ed una alimentazione sana, ricca in frutta e verdura, è sufficiente.

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