19/01/2011
La Svizzera rimborsa le cure omeopatiche. E l'Italia?
di A.I.O.T.
Per il periodo che va da gennaio 2012 a dicembre 2017, le medicine non convenzionali (la medicina antroposofica, l’omeopatia, la terapia neurale, la fitoterapia e la medicina tradizionale cinese) verranno rimborsate dall’assicurazione sanitaria elvetica. Lo ha deciso il Dipartimento Federale dell’Interno (DFI), tenendo anche conto dell’esito favorevole del referendum popolare del 2009. I cinque anni di transizione permetteranno di stabilire se tali terapie soddisfino pienamente i criteri di efficacia, appropriatezza ed economicità (cosiddetti “EAE”) stabiliti dalla legge.
Il Dipartimento chiederà ai rappresentanti delle cinque terapie menzionate di elaborare una strategia e di provvedere alla valutazione dei criteri EAE entro la fine del 2015, tenendo conto dei dati già disponibili e rilevati in Svizzera. L’efficacia delle cinque terapie di medicina complementare dovrà essere giudicata anche da un istituto riconosciuto a livello internazionale, che entro la fine del 2015 dovrà fornire una perizia indipendente corredata di eventuali raccomandazioni.
Il DFI inoltre si attiverà per importanti riforme legislative di settore, quali la Legge federale sulle professioni, mediche affinché la medicina complementare venga inclusa negli obiettivi della formazione dei diversi cicli di studio (medicina umana, farmacia, odontoiatria, chiropratica e veterinaria), e la Legge sugli agenti terapeutici per facilitare l’accesso al mercato dei medicamenti della medicina complementare e dei preparati utilizzati tradizionalmente.
Ulteriori sviluppi saranno l’istituzione di diplomi nazionali in terapia complementare e in medicina alternativa, la disponibilità di mezzi per la ricerca anche per la medicina complementare, il sostegno alla costituzione di cattedre/istituti di medicina complementare.
Il paragone con la situazione italiana giunge spontaneo: nonostante gli oltre 11 milioni di italiani che usano medicine complementari e gli oltre 20.000 medici che le prescrivono, dal punto di vista legislativo, la medicina omeopatica rimane priva di regole.
L’A.I.O.T. – la più rappresentativa associazione italiana di medici del comparto biologico-naturale si è pronunciata sul punto: «L’esempio Svizzero» ha commentato il Prof. Leonello Milani, medico, Vicepresidente A.I.O.T. e Vicepresidente dell'Accademia Internazionale di Medicina Fisiologica di Regolazione «non può che sottolineare la grande distanza culturale e politica rispetto all’Italia, dove l’inerzia delle istituzioni pubbliche - a fronte di un vero e proprio obbligo legislativo a procedere in attuazione della Direttiva Europea recepita nel 2006, non consente di fatto la registrazione di medicinali omeopatici e finalmente la possibilità di indicare sulle confezioni posologia e ambito di utilizzo terapeutico - limita fortemente medici e pazienti nel proprio diritto inalienabile alla libertà di scelta terapeutica».
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