18/05/2010
Stregoni alla riscossa
Ma su quali riviste scientifiche avranno mai formato la loro competenza i medici britannici che hanno equiparato l’omeopatia alla stregoneria?
Possibile che non abbiano avuto tra le mani l’International Journal of Oncology che a gennaio di quest’anno descrive un esperimento in cui medicinali omeopatici hanno su cellule cancerose - certamente suggestionabili - un’azione simile a quella di un famoso chemioterapico. Già, questa è forse una pubblicazione troppo recente; il pronunciamento sembra esser stato predisposto prima.
E così questi esperti non hanno purtroppo nemmeno avuto la possibilità di valutare su Psychopharmacology il lavoro di un team italiano di ricerca che ha messo in evidenza come topolini di laboratorio sottoposti a specifici stress ritrovino la tranquillità con altrettanta efficacia e tempestività se trattati con un convenzionale ansiolitico di sintesi o con un appropriato medicinale omeopatico. Questo giusto per riferirci a due recentissimi studi. Certo non conclusivi, e nemmeno esaustivi, ci mancherebbe. Ma che si sommano ai tantissimi studi che, grazie a una semplice ricerca nella letteratura scientifica accessibile in internet, consentono a chiunque lo desideri di farsi un’idea un po’ documentata sull’argomento omeopatia.
Per i colleghi inglesi è un’ autentica vergogna che esistano ospedali dove i pazienti che lo desiderano possono scegliere di essere curati con la medicina omeopatica. Per amore della scienza, questi stessi pazienti si devono affidare con totale fiducia solo a medicine scientificamente validate, che magari dopo qualche anno dalla loro introduzione dovranno essere tolte dal commercio per i danni prodotti, ma la perfezione non è di questo mondo, diamine! Volete mettere come è bello credere in un mondo dove tutto è chiaro e definito, il buono da una parte e il cattivo dall’altra, la verità e la scienza ben distinte e differenziate dalla menzogna e l’ignoranza. Peccato che l’oggetto della medicina sia l’uomo, nella sua unicità, con tutte le sue variabilità, per cui tante volte la medicina che salva uno può non essere tollerata da un altro e se, dopo essersi laureati in medicina, bisogna diventare stregoni per ricordare questa verità, allora “stregoni, alla riscossa”, i pazienti sono con voi.
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