03/05/2010
L'omeopatia nelle malattie allergiche e respiratorie
Fonte: lastampa.it
I dati sconfortanti parlano chiaro: un italiano su cinque soffre di
allergia , la sola rinite allergica stagionale interessa il 15 % del
paese, 5 milioni di italiani affetti da asma bronchiale, 1500 decessi
all’anno, 25.000 ricoveri ospedalieri, il 10% dei bambini colpiti da
questa che è la più frequente malattia cronica infantile.
I dati continuano con i
costi sociali che sono di 2500-6000 euro a paziente all’anno, 630
milioni di euro all’anno per i paz dai 20 ai 44 anni di età = 0,05 % del
PIL (2000).
Ai convegni nazionali di pneumologia si lanciano allarmi sullo scarso
controllo della patologia e sulla scarsa compliance dei pazienti alla
terapia.
Nonostante l’utilizzo di farmaci di sintesi di indiscussa efficacia il
risultato della battaglia contro questa patologia così invalidante si
sta dimostrando meno efficace del previsto.
La causa di tutto ciò viene addebitato al paziente, che viene accusato
di non attenersi alle prescrizioni e di fare esagerato e inopportuno uso
di broncodilatatori al bisogno.
Ma anche tra chi segue invece le raccomandazioni delle linee guida
dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, il Global Iniziative
for Asthma (GINA) ci sono percentuali di insuccesso
allarmanti: il 60-65% dei pazienti non hanno un miglioramento della
condizione di vita.
Peraltro negli ultimi anni, tra gli immunologi è diventato intenso anche
il dibattito sul ruolo delle vaccinazioni nei confronti dei due
circuiti immunitari, il Th1 (che attiva soprattutto i
linfociti T citotossici) e il Th2 (che attiva i
linfociti B e gli anticorpi).
Sulla rivista Immunology Today è stato scritto senza
mezzi termini che il notevole aumento delle allergie registrato in
Occidente è da addebitare alla scarsa attivazione del sistema Th1 e
all’aumentata esposizione ai vaccini che inducono una risposta di tipo
Th2.
In un recente congresso mondiale di allergologia tenutosi a Vancouver si
è confermato che il mondo scientifico sta andando nella direzione della
interpretazione dell’allergia come una espressione di eccesso di
difesa dell’organismo, piuttosto che un suo difetto.
Sappiamo che tutti hanno una reattività
allergologica di base costantemente modulata. Il soggetto allergico è
una persona che per svariati motivi, perde la capacità di regolare le
corrette risposte cellulari che consentono ad ogni individuo di
tollerare efficacemente tutto ciò che lo circonda. Chi è sano, non
sviluppa allergie perché mantiene attivo un meccanismo di protezione
importante attraverso una continua regolazione cellulare. Chi si ammala
la perde ed è incapace di proteggersi. Qualcosa sta cambiando dentro di
lui e l’organismo lancia segnali che dobbiamo essere in grado di leggere
ed interpretare. Scopo della terapia sarà quello di ritrovare
l’equilibrio rieducando l’organismo alla tolleranza nei confronti
dell’ambiente circostante e degli allergeni corresponsabili dei sintomi.
In un contesto tale, l’approccio omeopatico teso a guarire e non solo a
curare una patologia cronica come il terreno allergico con tutte le sue
varianti dalla rinite all’asma, trova spazio per una disamina più
approfondita in quanto propone risultati più sostenibili e
promettenti.
Il campo delle allergie è uno di quelli dove
l’omeopatia ha evidenze testate e documentate da studi clinici. Il
primo, pubblicato su the Lancet è di un omeopata
inglese, il dottor Reilly che somministrò dosi
omeopatiche di allergeni ad un gruppo di pazienti confrontati con un
altro trattato con placebo. Al termine dell’esperimento si riscontro che
i parametri di flusso e di capacità respiratorie e quelli di reazione
all’istamina erano migliorati nel gruppo sottoposto al trattamento
mentre c’era stato un lieve peggioramento tra coloro che assumevano il
placebo. Ripetuta da una equipe di studiosi israeliani la prova diede
gli stessi risultati.
Questi risultati giustificano pienamente l’editoriale di Lancet che
affermò di trovarsi davanti ad un bivio: o ricusare i metodi classici di
valutazione del medicinale (studio clinico in doppio cieco randomizzato
contro prodotto di riferimento), o ammettere l’efficacia
dell’omeopatia. Consideriamo inoltre che in questi tipi di studi non
venne rispettata la corretta metodica di similitudine omeopatica che dà i
risultati migliori.
La Medicina Omeopatica ha come ideale terapeutico la restituzione della
piena salute al malato in modo rapido, dolce e permanente, pertanto non
ricerca esclusivamente la soppressione dei sintomi locali ma è volta al
miglioramento dello stato generale dell’individuo.
La terapia Omeopatica presenta differenze profonde con la terapia
farmacologia classica, non avendo i rimedi effetti antimicrobici o
antagonizzanti, né azione sostitutiva ma possedendo un’azione stimolante
specifica sull’organismo: il medicinale omeopatico farà reagire gli
organismi che gli corrispondono in base al principio di similitudine, si
può quindi ipotizzare che siano coinvolti fenomeni qualitativi che
agiscono indipendentemente dalla nozione di quantità.
Le possibilità terapeutiche dipendono dalla corretta scelta del rimedio e
dalle capacità di ripresa dell’organismo ("omeodinamica"o“energia
vitale”).
Al contrario di quanto si crede, l’omeopatia agisce rapidamente ed
efficacemente sulle malattie acute, ma dove esprime la sua notevole
potenzialità è nelle malattie croniche, laddove le cure convenzionali
hanno fallito, non esistono o sono rimaste statiche, laddove sono
controindicate o non tollerate.
L’attuale diffondersi dell’Omeopatia coincide con l’esaurirsi della
“parabola microbiologica”, che con l’introduzione
dell’antibioticoterapia e l’uso delle vaccinazioni di massa ha
costituito una pietra miliare della storia della medicina ma che ora sta
cedendo il passo a discipline che considerano l’organismo nel suo
insieme, come la PNEI o psico-neuro-endocrino-immunologia. Questa
prospettiva è in accordo con l’emergere in ambito filosofico-scientifico
del paradigma sistemico, che analizza i fenomeni dal punto di vista
della loro rete relazionale, piuttosto che come risultato del gioco
deterministico di cause e di effetti del paradigma meccanicistico
newtoniano-cartesiano.
Proprio dalla fisica, non a caso, provengono alcune suggestioni per
tentare l’interpretazione degli enigmi dell’Omeopatia, mentre la chimica
continua a scontrarsi, comprensibilmente, con il problema della
quantità di sostanza.
L’omeopatia osserva come il singolo paziente si difende nei confronti
di un processo morboso, perciò l’ideale terapeutico è individuare il
rimedio che nella sua totalità, rispecchi tutte le caratteristiche
soggettive di quella persona.
Di fronte alla reazione immunitaria esagerata di difesa all’incontro con
sostanze generalmente innocue non tutti gli allergici hanno le stesse
reazioni, ognuno ha sintomi che gli sono peculiari. Per uno stesso tipo
di allergia alle graminacee, ci saranno oculoriniti, dermatiti o crisi
asmatiche che ognuno manifesterà con modalità soggettive: congiuntivite
con occhi rossi, quella con occhi lacrimanti e una lacrimazione che può
essere liquida e irritante oppure più densa e collosa.
Di ognuna, poi vanno racolte le modalità: se migliorata dal caldo, dal
freddo o quando si mangia, con una pignoleria che può sembrare
ossessiva, per costruire un identikit che illustra come manifesta la sua
sintomatologia quel dato paziente. Cioè la INDIVIDUALITA’ DEI SINTOMI.
Nella pratica clinica omeopatica, il medico dopo aver formulato la
diagnosi del malato (ovvero il quadro dei sintomi patologici
caratteristici per ogni singolo caso) contestualmente alla o alle
diagnosi nosologiche tradizionali, somministra il rimedio i cui sintomi
sperimentali siano più simili ai sintomi peculiari con i quali il malato
esprime la sua malattia: la terapia è quindi personalizzata ed
individualizzata (individualità del malato e del medicinale).
Tra i rimedi più utilizzati nella rinite per esempio troviamo:
ALLIUM CEPA: starnuti continui e violenti con
abbondante secrezione nasale acquosa e irritante il naso e il labbro
superiore, lacrimazione non irritante e netto miglioramento all'aria
aperta.
BRYONIA ALBA: dopo esposizione al freddo umido, inizio
lento con occhi arrossati, starnuti, sacrezionale nasale acquosa,
cefalea, sete intensa e tendenza a raggiungere le prime vie respiratorie
con tosse seca e dolorosa.
EUPHRASIA: crisi di starnuti con abbondante secrezione
nasale acquosa ma non irritante, intensa lacrimazione irritante occhi e
palpebre con peggioramento notturno e all'aria aperta.
NUX VOMICA: inizio
improvviso dopo esposizione al freddo secco, starnuti specie al
risveglio e dopo i pasti, chiusura alternata delle narici con secrezione
acquosa, brividi di freddo, irritabilità, miglioramento all'aria aperta
e peggioramento notturno.
PULSATILLA: rinite già definita con intensa secrezione
giallastra non irritante specie al mattino, ostruzione nasale, netto
peggioramento con il calore sotto qualsiasi forma e miglioramento
all'aria aperta.
SABADILLA: frequenti crisi di starnuti con abbondante
rinorrea e lacrimazione acquosa irritante il naso e gli occhi, prurito
retro faringeo, dolori frontali, arrossamento oculare, netto
aggravamento con il freddo e miglioramento con bevande calde.





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