10/10/2016
Quanto è importante il sonno per la salute di tuo figlio?
di Roberto Gava
Uno degli aspetti che accomuna tutti gli esseri viventi della terra (animali e vegetali) è la necessità di avere un periodo dedicato al riposo.
Durante il sonno il nostro cervello rimane attivo e sfrutta questo tempo essenzialmente per fare una selezione delle informazioni presenti e immagazzinare le più importanti nella memoria a lungo termine.
Anche l’organismo svolge alcune importanti funzioni durante il sonno: ricostruisce le sostanze utilizzate durante il giorno e procede ad eliminare tutte quelle tossiche prodotte durante i vari processi metabolici. Se il periodo di riposo si accorcia troppo, il primo a soffrirne è proprio il cervello.
Che segnali ti dà tuo figlio per farti capire che ha sonno?
Il più scontato ma efficace è l’essere assonnato durante il giorno. Se da adulto riesci a sopportare meglio le poche ore passate a dormire, per il bambino questo sforzo è davvero pesante e nella maggior parte dei casi farà l’unica cosa che può davvero aiutarlo: dormire. Altre conseguenze di questa veglia prolungata comprendono:
- scarsa capacità a concentrarsi,
- tendenza a controllare poco l’impulsività
- generalmente un umore più irascibile e scontroso
- nervosismo durante il giorno con una minore empatia verso i compagni.
Tanto meno i bambini (ma non solo i bambini) dormono, tanto più questi effetti si accentueranno.
Se riconosci questi sintomi, la cosa migliore che puoi fare è aumentare le sue ore di sonno, migliorandone allo stesso tempo la qualità, ad esempio curando l’alimentazione (certi cibi ipercalorici serali rendono più difficile l’addormentamento) o facendogli fare qualche sport (la stanchezza fisica è un ottimo induttore del sonno).
Quante ore dovremmo dormire?
Fino a 4-5 anni le ore di sonno dovrebbero essere circa 12-15.
Dai 6 anni fino all’adolescenza bisognerebbe dormirne almeno 10-11.
Da adulti sarebbe bene riposare per almeno 7 ore, meglio 8.
Attenzione poi alle abitudini prima di coricarsi: stare davanti a uno schermo luminoso come la televisione o il cellulare prima di dormire è un’abitudine sbagliata, perché inibisce la produzione di melatonina, l’ormone che favorisce l’addormentamento e regola i cicli sonno-veglia.
La cosa migliore è leggere qualche pagina di un buon libro, così che ci accompagni dolcemente verso un sonno ristoratore e ci lasci dei messaggi positivi che poi il nostro cervello analizza e rielabora durante il sonno.
Attenzione anche alla posizione che assumiamo dormendo.
La posizione migliore è sul fianco, specie destro, perché a sinistra c’è il cuore che viene maggiormente “schiacciato” dal peso del corpo che lo sovrasta. Non bisogna mai dormire a pancia in giù, perché la testa resterebbe a lungo piegata di lato e, con il tempo, metterebbe le basi per la formazione di tensioni dei muscoli cervicali fino anche all’artrosi cervicale.
Inoltre, il cuscino deve essere alto sufficientemente da tenere la testa nella stessa posizione che essa ha quando siamo diritti in piedi. Pertanto, quando siamo distesi a letto su un fianco, il cuscino deve riempire lo spazio tra il lato esterno della spalla e il lato esterno della testa: questa è la posizione più corretta e fisiologica.
Un’ultima considerazione: non trascurare troppo il consiglio di dormire avendo la testa verso nord: per alcuni soggetti molto sensibili anche questo accorgimento è molto importante.





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