Per combattere la depressione esistono valide alternative ai farmaci. È quanto emerge da due nuovi studi secondo i quali la terapia cognitivo-comportamentale in diversi casi può essere di efficacia pari o superiore rispetto agli antidepressivi.
Pubblicate entrambe sulla versione online della rivista JAMA Psychiatry, le due ricerche sono state condotte rispettivamente dai ricercatori dell’Università del Texas Southwestern Medical Center a Dallas e dell’Ospedale Pediatrico di Boston.
Nel primo studio, sono stati coinvolti 241 adulti che avevano risposto bene alla terapia cognitiva, ma erano ad alto rischio di depressione recidiva. Tutti i partecipanti, dopo essere stati suddivisi a caso in tre gruppi, hanno ricevuto un trattamento presso l’Università del Texas Southwestern Medical Center e l’Università di Pittsburgh Medical Center. Gli appartenenti ai primi due gruppi hanno proseguito il trattamento praticando per otto mesi la terapia cognitivo-comportamentale o assumendo il farmaco Prozac (a base di fluoxetina); gli appartenenti al terzo gruppo, quello di controllo, hanno assunto invece un placebo.
Dallo studio è emerso che i pazienti dei primi due gruppi, che avevano seguito la terapia cognitivo-comportamentale o assunto il farmaco, avevano ridotto della metà i tassi di ricaduta, rispetto a quelli del gruppo placebo: il 18% dei primi contro il 33% dei secondi.
Tuttavia, l’effetto protettivo nei confronti delle recidive si è mantenuto solo fino al termine, o poco dopo, dei trattamenti: due anni e mezzo dopo lo studio, infatti, tutti e tre i gruppi hanno subìto tassi di ricaduta simili, anche se quelli del gruppo placebo ne avevano qualcuno in più.
Il secondo studio ha coivolto invece 316 adolescenti che erano a rischio di depressione, perché entrambi i genitori hanno sofferto di depressione o essi stessi hanno mostrato sintomi o hanno avuto episodi precedenti.
I pazienti sono stati avviati a un programma di terapia cognitivo-comportamentale di gruppo: in tutto, otto sessioni della durata di 90 minuti a settimana. I partecipanti, al termine di questa prima fase, hanno proseguito il loro percorso con delle sessioni mensili di mantenimento. Il periodo di follow-up è durato 33 mesi, durante i quali i partecipanti che hanno seguito la terapia cognitivo-comportamentale hanno mostrato tassi significativamente inferiori di episodi di depressione, rispetto a coloro che avevano seguito la terapia tradizionale a base di farmaci.
Alla luce dei risultati dei due studi, i ricercatori ritengono che la terapia cognitivo-comportamentale sia molto efficace nella prevenzione della depressione, malgrado siano necessari ulteriori approfondimenti e altri interventi a sostegno delle famiglie e dei membri a rischio.
10/09/2013
Depressione, quali alternative ai farmaci?
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