12/12/2018
La profilassi omeopatica contro la Leptospirosi epidemica. Il caso di Cuba
di Pietro Gulia
Fonte: Il Granulo
La Leptospirosi è una malattia provocata da batteri (leptospire) che colpisce sia esseri umani sia animali: topi e ratti (spesso portatori sani), varie specie di uccelli, pesci, rettili, anfibi, maiali, ovini, bovini ed equini. I soggetti, animali o uomini, malati o portatori sani, eliminano con le urine i batteri responsabili che si ritrovano in grandi quantità nelle acque, nei fanghi e nel terreno. Ci s’infetta se le leptospire entrano nell’organismo attraverso lesioni della pelle, anche piccole, o cute integra ma macerata per contatto prolungato con l’acqua; ci si può infettare ingerendo acqua contaminata o attraverso le congiuntive, più di rado per morso di animali infetti. La malattia inizia con: febbre alta, violento mal di testa, brividi, dolori muscolari, vomito, ci può essere ittero (colorazione gialla degli occhi e della pelle), congiuntivite, dolori addominali, diarrea, eruzioni cutanee.
Nel giro di una settimana può guarire spontaneamente, ma, non di rado, dopo una fase di apparente guarigione di pochi giorni, riesplode con gli stessi sintomi e può danneggiare i reni, provocare meningite, insufficienza epatica e complicazioni respiratorie. In rari casi provoca la morte.
A Cuba la Leptospirosi è sempre presente e s’incrementa dopo la stagione delle piogge, gli immancabili uragani e le conseguenti inondazioni che creano disagi ben comprensibili, dall’aumento del numero dei senza tetto al peggioramento delle già precarie condizioni igieniche: è una periodica piaga sanitaria che consiste in diverse migliaia di nuovi casi con inevitabili casi mortali.
Le campagne vaccinali si sono rivelate poco efficaci nel controllare gli scoppi epidemici: anno dopo anno si è registrato un aumento dei casi di malattia e ciò sia per la scarsa validità del vaccino (esistono molti tipi di leptospire, un po’ come per i virus influenzali, mentre il vaccino protegge solo verso alcuni di essi) sia per l’alto costo della vaccinazione che è, perciò, limitata ai gruppi più a rischio, quali donne incinte, bambini, anziani, lasciando scoperta la maggioranza della popolazione. Pur limitandosi ai gruppi a rischio la vaccinazione costa ogni anno circa 3 milioni di dollari USA.
Nel Dicembre 2008, nel corso di un convegno tenutasi a L’Avana (Nosedes 2008 - Internationals Meeting on Homeoprophilaxis, Homeopathic Immunization and Nosodes against Epidemicsi) con la partecipazione di omeopati da Cuba, Sud America, Canada, Australia, Regno Unito, Kenya, sono stati resi noti i risultati ottenuti in una campagna di profilassi contro la leptospirosi effettuata utilizzando un medicinale omeopatico.
Il convegno è stato organizzato dal Carlos J Finlay Institute, struttura del Ministero della Sanità di Cuba, che si occupa di ricerca e produzione di vaccini: vanta più di 100 anni, un riconoscimento internazionale da organismi scientifici a cominciare dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, e ha prodotto, tra gli altri, il primo vaccino contro il meningococo B (batterio che provoca molti casi di meningite in Centro e Sud-America. Da noi è più diffuso il meningococco C). Com’è noto, a causa del suo regime politico, Cuba è da molti anni sottoposta da parte degli Stati Uniti a un embargo che riguarda anche medicinali, programmi sanitari ecc. In poche parole, i cubani devono arrangiarsi da soli.
Se ciò crea non pochi problemi in tutti i campi, presenta, però, il vantaggio di non essere sotto la morsa degli interessi commerciali delle grandi multinazionali del farmaco e delle vaccinazioni. Queste due condizioni fanno sì che a Cuba si sia meno prevenuti verso le medicine non convenzionali e, in primis, verso l’Omeopatia, adottata senza pregiudizi nei programmi sanitari nazionali. Ciò premesso e, come sopra esposto, tenuto conto che le campagne vaccinali anti leptospirosi costano molto, che coprono solo una minima parte della popolazione esposta al rischio della malattia e che l’efficacia vaccinale è limitata, nel 2007 l’Istituto Finlay decise di usare l’Omeopatia. Anzi, c’è un ufficialmente dichiarato interesse: “sull’omeo-profilassi come strategia per attenuare l’impatto di malattie prevenibili nel mondo in via di sviluppo, che più ne necessita.” (Chissà come reagiranno le multinazionali del farmaco?)
Nell’Ottobre-Novembre 2007, due milioni e mezzo di persone residenti in tre province della parte orientale di Cuba, colpite da piogge torrenziali con inondazioni in aree estese e danni gravi al sistema fognario e alla rete di strutture sanitarie, condizioni ambientali che determinano recrudescenza della leptospirosi, hanno ricevuto a scopo profilattico due dosi alla 200 CH, a distanza di 7-9 giorni, di un medicinale omeopatico preparato da ceppi di leptospira. Il 95% della quattro su 2 milioni e mezzo) è stata trattata (quindi, non solo i gruppi a rischio). Il costo della campagna per i circa 5 milioni di dosi preparate è stato di 200.000 dollari USA, cioè 15 volte in meno del costo sostenuto per la profilassi vaccinale di una piccola parte della popolazione.
Il medicinale omeopatico fu preparato dallo stesso Istituto Finlay secondo le regole della Farmacopea omeopatica. Risultati: marcatissima diminuzione dei nuovi casi di malattia nelle settimane successive alla campagna e riduzione a zero della mortalità tra i pazienti ospedalizzati. Nei mesi successivi il numero di casi accertati di leptospirosi si è mantenuto a livelli (meno di 10 casi al mese) molto più bassi di quelli prevedibili in rapporto all’andamento delle piogge e in base all’esperienza degli anni precedenti, quando si usavano vaccini.
Una terza dose del medicinale omeopatico è stata distribuita alla stessa popolazione dopo il passaggio dell’uragano Ike. Le cifre parlano da sole, ma volendo vestire i panni dell’avvocato del diavolo, potrei argomentare che non è provato sia tutto merito della profilassi omeopatica: in altre parole, affermare che prima della profilassi omeopatica c’erano tot casi e, dopo di essa, zero casi o pochissimi non significa necessariamente che la profilassi abbia funzionato.
Potrebbero esseri intervenuti altri fattori: un’epidemia più leggera o nessuna epidemia, migliorate condizioni igieniche (non esserci state alluvioni per esempio o non ha piovuto per niente o molto meno, miglioramento del sistema fognario) ecc. ecc. Tutto molto logico e corretto. Però, l’argomento delle cifre nude e crude, senza tenere conto di altri fattori, è quello che utilizzano i produttori e i sostenitori dei vaccini per il loro prodotto: prima del vaccino tot casi, dopo il vaccino tot casi. Quindi, delle due l’uno: o il criterio semplicistico dei numeri non deve valere per nessuno (pertanto, attenzione agli strombazzamenti trionfalistici verso qualsiasi tipo di vaccino, anche il più inutile) o, comunque, una qualche indicazione affidabile esso la fornisce.
D’altra parte l’Istituto Finlay non è fatto di sprovveduti ma di esperti anche in sorveglianza epidemiologica, in grado di valutare i risultati ottenuti in una campagna sanitaria tenendo conto delle variabili ambientali. Nella relazione finale gli esperti dell’Istituto concludono: “Questa esperienza può essere estesa ad altre malattie e ad altri paesi. L’Istituto Finlay mette a disposizione i propri specialisti e i propri mezzi per estendere la profilassi omeopatica a tutte quelle regioni che hanno bisogno di alternative per la prevenzione e il controllo delle epidemie.” Ci dobbiamo aspettare a breve una feroce e ben orchestrata campagna di disinformazione contro l’uso dell’Omeopatia nei Paesi più poveri del pianeta? Temo di si!
Manuale di Omeoprofilassi
L'alternativa omeopatica alle vaccinazioni





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