03/12/2012
Anziani minacciati dalla crisi
La crisi spaventa gli anziani. Sono infatti 5 milioni gli anziani che temono che l'attuale situazione economica possa mettere a rischio l'assistenza pubblica e ridurre la quantità delle prestazioni rivolte agli anziani. Solo in 300mila possono permettersi di stipulare un'assicurazione sanitaria. È quanto emerge dalla prima indagine nazionale condotta per capire il rapporto fra gli anziani e il servizio pubblico, presentata in anteprima in occasione del Congresso Nazionale della Societa' Italiana di Gerontologia e Geriatria, che è stato presentato a Milano dal 21 al 24 novembre.
“Dopo i 75 anni di fatto gli italiani sono tutti in pensione e spesso alle prese con gli acciacchi dell'età: oltre la metà soffre di due o più malattie – ha spiegato Giuseppe Paolisso, presidente SIGG -. In un clima come questo, in cui ad esempio si teme che i LEA vengano rivisti solo in base al reddito e non tenendo conto anche dell'età come sarebbe più giusto, è inevitabile che l'anziano ritenga in pericolo la sua salute”.
“Quando l'anziano ha bisogno di assistenza sanitaria per un problema 'standard', per il quale teme di non avere risorse sufficienti, preferisce rivolgersi al Servizio sanitario universalistico e non dover sostenere spese – ha spiegato Paolisso -. I dati indicano, però, che in caso di emergenza la scelta cadrebbe sugli ospedali pubblici solo in un caso su due: quando la minaccia per la salute è grave si fa perciò qualsiasi sforzo, anche economico, per garantirsi ciò che appare il meglio a disposizione, senza guardare pubblico o privato”.
“Gli anziani – interviene Marco Trabucchi, presidente dell'Associazione Italiana di Psicogeriatria - reagiscono peggio alle difficoltà, sono spesso soli ad affrontarle e percepiscono di essere fragili: il timore per il proprio futuro può causare una sofferenza tale da aumentare addirittura il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari, depressione, insonnia oltre a far precipitare in uno stato di agitazione e disagio che pervade tutto e non si può risolvere con una pillola”.
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