L'altra economia funziona: basta darle spazio e risorse. È questa la sfida della cooperativa Sesterzo, nata a maggio del 2010 per iniziativa di quattro associazioni (Acli, Emù, Mandragola e Movimento Consumatori). La rete di economia solidale AEres, il Comune di Venezia e la municipalità di Mestre e Carpanedo le hanno affidato la gestione del Palaplip: ex sede della centrale del latte di Mestre, oggi un centro multifunzionale da trasformare in un polo di promozione dell’economia solidale.
Il percorso non è semplice e, per mesi, alcuni intoppi burocratici hanno bloccato la realizzazione dell’osteria Bem Viver, che finalmente potrà aprire i battenti a marzo. Offrirà prodotti biologici e locali e ospiterà iniziative di educazione alimentare; si tratta di un’attività essenziale per assicurare la sostenibilità economica del complesso.
Il progetto, che ha preso il via nella primavera del 2011, è aperto a nuove adesioni. E prevede il vincolo di reinvestire metà degli eventuali utili per la promozione dell’altra economia nel territorio. «Finora noi della rete dell’economia solidale – afferma David Marchiori, presidente di Sesterzo – abbiamo sottolineato quanto sia importante da un lato promuovere le buone pratiche, dall’altro fare rete e raccontarsi le proprie esperienze. Questo è assolutamente giusto, ma è arrivato il momento di fare un passo avanti, entrando in relazione con tutti i corpi della città a cui restituire nuove elaborazioni».
Cultura a molte facce
L’OltreScuola ad esempio offre aiuto scolastico per i ragazzi in difficoltà, all’interno di un percorso più ampio che comprende attività creative e culturali: teatro, giocoleria, educazione alimentare. Ai preadolescenti è rivolto il progetto “Strada facendo”, in cui si insegna il teatro di strada, mescolando la recitazione all’acrobazia. E nel fine settimana, al prezzo simbolico di pochi euro, è possibile assistere ai concerti di docenti e allievi del Conservatorio di Venezia. La cultura, in sintesi, dev’essere per tutti. L’hanno capito i gestori della biblioteca civica di Mestre, che proprio al Palaplip mettono in vendita i libri che resterebbero inutilizzati perché già disponibili in diverse copie e, col ricavato, acquistano testi in lingua straniera per andare incontro alle esigenze dei migranti.
Il Palaplip, inoltre, ospita l’attività di ricerca che, grazie a un finanziamento del Cesve, si è concretizzata nello studio “I Gas nel Veneto”, presentato a Terra Futura, a Firenze a maggio 2011 e al Forum internazionale dell’economia sociale e solidale di Montreal a ottobre scorso. Dopo aver raccolti i dati quantitativi, si è nel pieno delle interviste approfondite ai produttori e ai Gas locali. «Questo per noi è importante – spiega David Marchiori – perché, quando ci troviamo a discutere su alcune sfaccettature del nostro agire sul territorio, manca quasi sempre il dato, la quantificazione, l’impatto territoriale. Ora invece abbiamo del materiale su cui lavorare». Il prossimo passo sarà quello di farne il primo osservatorio permanente sull’economia solidale italiana.
Il passo in più
«Veniamo da un’esperienza quasi decennale – continua Marchiori – in cui il Comune di Venezia ha investito pesantemente dal punto di vista strutturale sui temi dell’altra economia. Ora si auspica un salto di qualità: le reti di economia solidale devono essere accreditate al pari di altri attori della città, che siano pubblici, privati, fondazioni o altro. Proprio in questo momento di crisi della rappresentanza politica e sociale, la rete ha più radicamento, perché proviene da un contesto associativo che è più vicino. In un territorio come il Veneto che negli ultimi anni è andato incontro a una serie di trasformazioni radicali, si sente il bisogno di ricostituire dei forti legami comunitari. E le Res, in questa dinamica, sono fra le esperienze più credibili e hanno una faccia da spendere».
26/07/2012
L’altra economia trova casa a Mestre
Fonte: Valori (Rivista)





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